BENEDETTA NORMALITA’

Si è chiusa la Mostra del Cinema di Venezia che ho potuto seguire per la prima volta dall’inizio alla fine. All’inizio con irritazione per una scelta di film molto orientata a mostrare violenza, orrori e perversioni un po’ con la pretesa che comunque è arte. Ieri però ha trionfato la normalità così ben espressa da SACRO GRA. Quel raccordo che – come diceva Renato Nicolini e lo ha ricordato l’autore del documentario in conferenza stampa – “non ha nessun ruolo se non nascondere le contraddizioni della città”. La crisi del Paese, è stato detto, è innanzitutto crisi di identità e di umanità, e i protagonisti di questo documentario ne hanno da vendere. Ecco perché l’ho amato e lo trovo affine ai ragionamenti che facciamo da anni, anche se avrei gradito maggiore enfasi sulla catastrofe urbanistica di Roma che rimane sullo sfondo. Un’altra considerazione importante l’ha fatta l’attore Fabio Testi alla consegna del Premio Green Drop Award, andato quest’anno al regista Amos Gitai per “Ana Arabia”. “Io ho un’azienda agricola, sono stato il primo 40 anni fa a produrre kiwi. Mi ricordo in diverse occasioni di essere passato dalle cerimonie di Hollywood a spalar fango il giorno dopo nei miei campi. Questo ti aiuta a mantenere la schiena dritta”. Bello no? Cari cineasti, insomma, non tiriamocela troppo e viva il documentario italiano!

LA MEMORIA NEL CASSETTO

Fare il trasloco è un’esperienza unica, mistica. Dopo 13 anni ancora di più e per chi come me accumula tantissimo materiale cartaceo fare ordine nelle cassettiere rivela continue sorprese, ho trovato addirittura numeri della rivista dell’UNEP “Our Planet” e di una rivista sulle ricerca scientifica della Commissione Europea ancora avvolti nel cellophane. C’è una storia in quei cassetti. Elenco così in un flusso libero tanto per lasciare una traccia di quanto sto buttando.
Articoli e resoconti di un convegno per ricordare Alex Langer nel 2005, a 10 anni dalla scomparsa dell’ambientalista altoatesino che purtroppo non ho conosciuto di persona.
La prima pagina de La Stampa con la notizia del disastro petrolifero della Erika e quella in cui il governo Berlusconi annuncia la realizzazione di 4 centrali nucleari in Italia (sono indicati anche i siti). L’elenco dei giornalisti che si occupavano di ambiente in Italia nel ’98, molti dei quali ancora in servizio attivo, solo qualcuno in pensione. Gli appunti del corso che ho seguito sulla civiltà e la cultura basca (e quelli del corso di lingua tedesca). Un articolo dell’Unità sull’Ilva di Taranto di 10 anni fa che sembra scritto ieri. Una guida ai cetacei ben fatta del Ministero dell’Ambiente.
Un opuscolo della mostra del fotografo Salgado del 2000; coincidenza, proprio ieri sono andato a vedere anche la nuova mostra del fotografo brasiliano, “Genesi”, stupenda. Un articolo della rivista “Prima Comunicazione” del 2000 che spiega il successo della rivista “Focus” che, ahimè, non è più lo stesso di 10 anni fa. E poi un opuscolo sulla nascita dei primi Gas (Gruppi di acquisto solidale) e tanto materiale e appunti di interviste in visita alle città sostenibili di Svezia e Danimarca.
C’è tanto di più nei diversi metri quadri di carta da selezionare, beati quelli che riescono a liberarsene subito, prima di accumularla!

RIPARIAMO LA TERRA

Torno da Ventotene, dove come lo scorso anno ho tenuto un bel laboratorio di scrittura sui temi dell’ambiente e della natura rivolto agli adolescenti. Uno dei ricordi più belli dell’isola è stato lo spettacolo delle stelle cadenti la sera. Ogni giorno se ne vedeva qualcuna su quest’isola priva di inquinamento luminoso, appena ci si allontana dal paese.
Volta all’osservazione della stelle è anche l’iniziativa del 10 agosto degli amici di “Riparo”.
Il nome Riparo è un verbo. Nasce da una frase del nostro Alex Langer: “Provate sempre a riparare il mondo”. Lascio a questi ragazzi, a cui va un grande in bocca al lupo la possibilità di spiegare il perchè di questo nome e il progetto:
“Ci piace l’idea che la fattoria possa essere per noi e per gli ospiti un modo per imparare sia ad offrire riparo al pianeta e all’altro sia ad aggiustare le cose che non vanno, in questo nostro mondo che corre spesso dimenticandosi di aver già in sé (nella natura così ricca e bella e nell’elemento umano, così perfetto e perfettibile) la chiave per costruire un pianeta più sostenibile per tutti.
Nell’estate 2011 arriva “l’occasione della vita”: la Diocesi di Albano sta cercando di trovare una soluzione per un podere di due ettari e mezzo ad Anzio, sulla via Nettunense. Si tratta di un vecchia donazione, non ancora utilizzata e che la Diocesi vorrebbe “mettere a frutto”, con un occhio rivolto allo sviluppo del territorio e ai giovani. nizia così la fase dei sogni: incontri su incontri per capire le reali intenzioni e i desideri di ognuno e poi le visite ad Anzio, per imparare a guardare la terra con lo “sguardo lungo” di chi ha intenzione di legare ad essa il proprio futuro e il proprio progetto di vita. Al termine, la risposta corale alla Diocesi: trasformare quel podere in una fattoria educativa, da un lato azienda capace di produrre frutti e ortaggi con metodo rigorosamente biologico, dall’altro nuova agenzia educativa che dalla natura trae gli insegnamenti da trasmettere ai più piccoli (e non solo). La scelta del tipo di società è ricaduta – con “naturalezza” – sulla cooperativa agricola.

RICORDANDO VINCENZO CERAMI

Io Vincenzo non l’ho conosciuto, a differenza di Margherita Hack. Consentitemi però di ricordarlo così, Vincenzo, come un amico, perché così mi ha accompagnato nella vita, sia con un libro “Consigli a un giovane scrittore”, che ho amato molto, sia con un film che tutti ricordiamo “La vita è bella”, che riesce a trattare con leggerezza e profondità un tema come l’Olocausto. Sono sicuro che anche Margherita, che ci ha lasciato da poco, apprezzava il lavoro di Cerami.
Due figure diverse ma unite da una grande curiosità e apertura verso il mondo, che meraviglia, che straordinari compagni di viaggio su questa Terra! Di Cerami apprezzavo il suo essere profondamente scrittore ma anche giornalista e anche sceneggiatore. Saper attraversare insomma le trame profonde della scrittura come pochi sanno fare. E poi anche a me, come a lui, piace leggere il quotidiano dal fondo verso l’inizio, per partire dal micromondo “città” e allargare lo sguardo al Paese e al mondo. Dal locale al globale.
E Cerami – che aveva un profilo internazionale – si è prestato in questi ultimi anni a lavorare come assessore alla cultura a Spoleto, un bellissimo incarico, una bellissima città. Sono in tanti oggi quindi a rimpiangere Vincenzo, fai buon viaggio!

LEGGENDO GIALLO UMBRO

Sto leggendo “Giallo Umbro” (La Lepre, 2012) di Pietro Del Re sul kindle. Ė la prima volta che leggo un libro su questo aggeggio e l’impressione è positiva. Bello anche il libro: un giallo che si svolge in Umbria, nello spoletino e nel folignate. L’autore è un giornalista e lo spunto iniziale è il ritrovamento di un cadavere: quello della giovane Domitilla Rinaldi, rampolla benestante di un notaio perugino, studentessa universitaria fuorisede. Accanto al suo anche il cadavere di un lupo.
Inutile dire che, vuoi per l’ambientazione umbra, vuoi per l’attenzione alla natura mi piace molto. Ci sono anche svariati spunti sulle tradizioni e sul dialetto. Ancora non so però chi sia l’assassino.

BICI A ROMA, RIVOLUZIONE

C’è qualcosa di nuovo a Roma. Non ho mai visto tante biciclette in circolazione come in questo periodo. La crescita esponenziale delle due ruote è costante ma è esplosa con il bel tempo, archiviata “la stagione delle piogge”. Li vedete tutti in giro ora, il ciclista abituale, il ciclista represso, la mamma col bambino, il travet, lo studente universitario che esce la sera… Il bello è che gli automobilisti non ci sono abituati e ogni tanto suonano e si innervosiscono, ma quando ci sono due ciclisti che non si conoscono spesso uno interviene in difesa dell’altro.
La solidarietà gli automobilisti ringhiosi chiusi nelle scatolette con l’aria condizionata non la conoscono e ci prendono per marziani. Per non parlare della precedenza, spesso tra bici si dà la precedenza all’altro ciclista. La solidarietà è caratteristica delle minoranze. Siccome tra poco noi ciclisti diventeremo maggioranza – bici tradizionali ed elettriche, pieghevoli e ibride – cerchiamo di rimanere uniti e continuare così. Portando nuova aria nella mobilità romana. E il sindaco Marino ci aiuti. Pedalando in centro io i vigili ciclisti di cui lui parla non li ho mai visti, mentre ho visto vigili chiusi in auto con il motore acceso, per avere l’aria condizionata, stazionare di fronte al Colosseo e affumicare il monumento simbolo di Roma che Marino dice di voler difendere. Ci vuole una sterzata, ce la possiamo fare.

DIARIO UMBRO/PRIMAVERA 2

Mentre il ciliegio anche quest’anno ci ha regalato meravigliose ciliegie, l’albicocco è morto.
Era anziano, molto anziano. Lo aveva piantato mio nonno e già da anni non stava molto bene. A volte produceva i suoi frutti e a volte no. L’anno scorso aveva voluto donarmi una produzione straordinaria. Piccoli e dolcissimi frutti con cui avevo fatto la marmellata. Erano però tutti colpiti i frutti da una strana malattia che non incideva però sul gusto. Dopo quell’omaggio mi aspettavo che si riprendesse. Gli avevo promesso anche che l’avrei potato. E non l’ho fatto, ho potato solo il fico. Alla fine non ce l’ho fatta. Il mio albicocco è secco, interamente. E non ho il coraggio di tagliarlo.

DIARIO UMBRO/PRIMAVERA 1

L’assassinio di Meredith Kercher? Il chiacchiericcio da bar? No, la notizia che passa di bocca in bocca ora è che a Castelluccio di Norcia è arrivata una spettacolare fioritura.
Non ne parlano alle riunioni del CAI di Foligno, non solo almeno. L’addetto al banco macelleria aspetta di staccare alle 14 domani per andare a vederla. Anche questa è L’Italia Diversa, anche questa è l’Umbria dove una fioritura FA NOTIZIA.
Questo fine settimana mi sono dedicato al dialogo con la natura, senza il quale quello che facciamo avrebbe poco senso. E non poteva essere diversamente visto che, dovendo riverniciare le persiane, non avevo barriere tra me e la grande valle verde di fronte a Collepino.
Occasione di dialogo è stato anche il portoncino di legno (di pero) di casa che si era dilatato con il freddo e non chiudeva bene. E’ toccato smontarlo e rimontarlo in maniera diversa. Anche lui dialoga con la natura a differenza di quello che fanno i portoni degli appartamenti di città. E le lucciole, che riempiono l’orto e illuminano la strada tra Collepino e Spello sono un dono senza pari. Tornare a Roma è sempre più difficile.

PREMIO ACQUIAMBIENTE A OPERAZIONE NATURA

“Viene premiato come libro rivolto ad un pubblico più giovane, dotato di una grafica e di illustrazioni originali ed accattivanti che meritano l’attenzione del Premio, al fine di formare un nuovo concetto di vita ecosostenibile nelle nuove generazioni”.
Con questa motivazione la Giuria del Premio Acqui Ambiente, il più importante premio ambientale non solo italiano, premia con una menzione speciale il mio libro per ragazzi “Operazione Natura” (San Paolo). La cerimonia di consegna del Premio AcquiAmbiente si terrà sabato 29 giugno, nella
cornice di Villa Ottolenghi, ad Acqui Terme. I ringraziamenti vanno al mio editore per aver creduto così tanto in questo libro, che continua a promuovere a un anno dalla sua pubblicazione.
Sono felice poi che a ricevere il massimo riconoscimento del Premio, intitolato a Ken Saro Wiwa, sia Joseph Ratzinger Benedetto XVI, che come Papa ha voluto porre l’accento sull’importanza del tema ambientale. Questo è ben riassunto nel suo volume “Per una ecologia dell’uomo”, che è stato ufficialmente inviato al Premio AcquiAmbiente alcuni mesi prima che il Papa desse le sue dimissioni. Chissà che il prossimo Premio non lo vinca Papa Francesco che ieri ha fatto un bel discorso in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente. Un saluto infine a Giulio Rapetti Mogol, premiato come “Testimone dell’Ambiente”, ci siamo incontrati tante volte e il suo impegno per l’ambiente è genuino e convinto, un grande umbro d’elezione!

LE NOSTRE RADICI E GLI ALBERI

Dal progetto “Il cantiere della fantasia” che nell’estate del 2012 ha portato autori e illustratori per l’infanzia tra i bambini dei comuni dell’Emilia più colpiti dal sisma,  la casa editrice Franco Cosimo Panini ha pubblicato un libro dal titolo “Radici”.
Sono uno dei 90 autori del libro e dei tantissimi che hanno partecipato come volontari alle iniziative del Cantiere l’estate scorsa. Con una certa emozione ho sfogliato il libro e vi invito ad acquistarlo. Il ricavato delle vendite sarà interamente devoluto al Cantiere della fantasia affinché questo importante progetto possa continuare.
Durante i laboratori del Cantiere, tante persone hanno rallegrato e arricchito le giornate nei centri estivi di otto comuni della provincia di Modena: San Felice sul Panaro, Mirandola, Concordia, Cavezzo, Medolla, Finale Emilia, Massa Finalese, Camposanto.
Libri, storie, letture animate, canzoni e attività creative hanno coinvolto oltre 2000 bambini.
Per restituire emozioni e pensieri di questa straordinaria esperienza è nato anche il libro “Radici”, che comprende anche un CD audio. Il risultato finale è piacevolissimo, le illustrazioni stupende, al di là di ogni aspettativa. Quando si fanno le cose col cuore i risultati si vedono. Grazie all’editore che ci ha creduto e a Federica, della Franco Cosimo Panini, che si è sobbarcata questo lavoro subito dopo il sisma.

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