Ma cos’è quest’Italia diversa di cui parlo in “L’Italia Diversa” (Gribaudo editore)?
E’ l’Italia che sto incontrando anche in questi giorni di viaggio sulle Alpi, quella di Sergio che ha creato in Valtrigona un’oasi alpina unica, di Emanuele che con Arte Sella, una biennale permanente di opere d’arte in mezzo ai boschi, ha fuso natura e arte e aperto nuovi orizzonti per la Val Sella, ma per tutta l’Italia. Riceve due terzi dei visitatori delle Cascate delle Marmore, per dare un’idea. L’Italia del volontariato dove l’associazionismo fa miracoli. Ma è anche l’Italia degli indignati veri, che non si rassegnano.
Di Fabrizio detto Bicio, che non sa per chi andare a votare ma è fiero di essere italiano, trentino ma nato a Bologna e di madre siciliana. E’ l’Italia di Michela, i cui genitori come tanti veneti dovettero emigrare in Germania e lì hanno aperto una gelateria. Molte valli alpini hanno conosciuto l’emigrazione, che non è una realtà lontana o astratta. Non è vero che ormai l’emigrazione italiana è solo “di lusso”, la crisi economica ci offre una realtà più composita. E comunque rimane sempre, anche se si va all’estero per un dottorato di ricerca piuttosto che per vendere gelato (che poi è una bella cosa, ci avevo pensato anch’io a farlo in Norvegia!) che ci si sente stranieri all’estero e stranieri quando si torna nel proprio paese. L’Italia diversa è un’Italia che resiste, ma lo fa senza clamori mediatici e strombazzamenti, un’Italia che lavora per quanto ancora ci è dato farlo. Un video che ha realizzato un’amica racconta a modo suo la nostra storia. Italiani a tempo pieno come noi.