LA LEADERSHIP E LA LADY DI FERRO

Ricordate “Il discorso del re”? Chissà perché i film ora si concentrano sui leader, su cosa vuol dire guidare un partito o una nazione. Ho visto il film sulla Thatcher, che oltre per un’impareggiabile Meryl Streep, va visto per come affronta il tema della leadership.
“Just lead it!” dicono alla lady di ferro che voleva candidarsi. Si imporrà perchè ha idee quando non tutti le hanno e perchè le porterà avanti con tenacia, giuste o sbagliate (molte sbagliate indubbiamente) che fossero.
Entra in Parlamento la prima volta – c’è una bellissima ripresa dall’alto – e si vede che è l’unica donna, un vestito blu che spicca in un esercito di pinguini rissosi che sgomitano per entrare in aula. Ma anche al governo da Primo ministro non nominerà altre donne, d’altronde lo dice nel film “ho sempre preferito la compagnia maschile”. Andrà a scuola per migliorare l’ars oratoria e il look, un pò come ne “Il discorso del re”, ma qui occorre non per superare un problema, ma per mostrasi leader.
Il film non fa sconti, la mostra a volte cinica e spietata, fa vedere che la vita pubblica nella sua vita viene prima della famiglia (“Dopo quanto ti sei accorta che ero partito per il Sud Africa?” le chiede il marito, “hai chiesto alla domestica?”) e soprattutto si sofferma sulle bombe dell’Ira, le proteste sociali e l’impopolarità che supera grazie alla guerra con l’Argentina per riprendersi le Falkland. Quale vecchia tentazione, fare la guerra per far infiammare gli animi patrottici!

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