L’ARROGANZA AL POTERE

Solo poche ore di preavviso e non le 48 ore previste dalla legge sono state date agli abitanti del Flaminio, a Roma, per sgomberare questa mattina il quartiere dalle auto.
Un quartiere chiuso “per motivi di sicurezza” perché domani inizia il G8 dei ministri dell’Interno e della Giustizia. Non si potevano avvisare gli abitanti un po’ prima? Svegliarsi con l’auto rimossa non fa piacere a nessuno così come dover ingolfare il Giudice di Pace di ricorsi. Ma così si comporta l’arroganza al potere. D’altronde gli abitanti del quartiere sono abituati. Anni fa i vertici erano così frequenti alla Scuola Superiore di Polizia che l’esasperazione arrivò alle stelle. Era il 1990 e gli abitanti scesero in piazza per protestare contro la protervia della polizia. Mi ricordò quella manifestazione perché avevo appuntamento con gli amici per una partita a tennis. I cellulari non esistevano e lasciai loro un biglietto sul cancello del circolo, sintetico per forza di cose “sono là dove la gente è” e corsi con la macchina fotografica a documentare la manifestazione e le cariche della polizia. Salii anche su un’auto per fare una panoramica. Il proprietario che osservava dalla finestra si scoprì essere un ufficiale dell’Esercito, mi fece arrivare le sue rimostranze ma finì lì.
A Piazza Melozzo da Forlì, invece, venni fermato dalla polizia che voleva il rullino. Allora avevo 16 anni e stavo per prendere, proprio a settimane, il tesserino da pubblicista. Non ebbi il tempo di chiamare il caporedattore ma per fortuna intervenne il meccanico della piazza e il rullino fu salvo. Sviluppai subito le foto e le proposi a Repubblica e Messaggero ma senza successo. In compenso la copertina di Parioli Pocket, dove scrivevo, fu mia, con una bella foto dei poliziotti in antisommossa e la gente che muove le transenne. La “resistenza” del Flaminio ebbe successo e la polizia smise di fare inutili vertici militarizzando il quartiere. Ma…la volpe perde il pelo ma non il vizio. E ci risiamo.

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