NIENTE OLIMPIADI, ROMA RESPIRA

Ho la fortuna di vivere a Roma, tra lo stadio Flaminio e l’Olimpico, in una zona ricca di impianti sportivi di ogni tipo. Il quartiere è nato grazie allo sport, basti pensare al Villaggio Olimpico, costruito per ospitare gli atleti delle Olimpiadi del 1960. Conservo ancora le foto dell’inaugurazione del Villaggio. In quell’occasione il grande architetto Pierluigi Nervi realizzò lo stadio Flaminio e il palazzetto dello Sport, quest’ultimo lo trovo bellissimo e molto moderno. Assomiglia a un ragno di cemento e si integra benissimo, basso com’è, nel contesto architettonico. Insomma, nel 1960, facevano le cose per bene. I grandi eventi erano un modo per realizzare opere che duravano, belle e al servizio della città.
Per i Mondiali del ’90 non è andata così, ci hanno regalato una piazza, piazza Mancini, che è un monumento allo spreco, con una fontana mai entrata in funzione e tanti altri elementi di degrado.
Per non parlare dell’air terminal a ostiense e della stazione di Vigna Clara, mai entrate in funzione e trasformate ora in spazi commerciali o espositivi. Potrei continuare, ma si è andati peggiorando. Tutti sappiamo che per le Olimpiadi di Nuoto, fioccano le inchieste della Magistratura sul “magna magna” legato alla proliferazione di nuove e inutili piscine e di nuovo il mio quartiere è protagonista. Anche nel parco dove io bambino avevo piantato decine di peschi e noccioli – sarà legale, per carità – è stata costruita l’ennesima piscina privata, al servizio di chi paga fior di quattrini. Insomma, per fortuna non si terranno le Olimpiadi a Roma nel 2020, perché al peggio non c’è mai fine, anche se negli anni ci siamo sforzati di superare ogni limite!

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