CACCIA E AMORE

La rubrica “Buongiorno” di Massimo Gramellini, su “La Stampa” di oggi merita di essere riportata integralmente:
Mentre in aula si combatteva a colpi di emendamenti fino a tarda sera, centocinquanta associazioni ambientaliste hanno chiesto al presidente del Consiglio di fermare la mano dei suoi senatori, in procinto di votare una norma che consente di dilatare il periodo della caccia oltre i già infiniti cinque mesi previsti dalla legge. Come guida suprema del partito dell’Amore, il premier non potrà restare insensibile al grido di dolore che si alza da tutti i nidi, da tutte le tane e anche da parecchi casolari di campagna: quelli che i cacciatori eleggono a loro campo di battaglia. Di recente un’amica è stata svegliata all’alba da una raffica di spari. Ha alzato timorosa le serrande e ha visto tre uomini acquattati nel cortile, in tuta mimetica e armati fino ai denti. Sulle prime ha pensato fossero dei terroristi diretti verso il suo pollaio per una missione kamikaze. Poi il loro accento le ha permesso di identificarli: erano cacciatori bergamaschi. Alle sue timide rimostranze («potreste cortesemente andare a giocare ai cowboy da qualche altra parte?») gli impavidi guerrieri hanno risposto come Ghedini: citando un articolo del codice civile che consente ai cacciatori, e soltanto a loro, di entrare nei fondi privati senza il consenso del proprietario.
Ecco, presidente dell’Amore, se volesse strafare, oltre alla nuova legge sarebbe un gesto amorevole eliminare anche la vecchia. E istituire un gigantesco parco giochi, dove quei fanciulloni possano finalmente sparare per dodici mesi l’anno a uccelli e selvaggina di cartone.

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