COME VE LA DIAMO A BERE?

Prima ci sono le automobili e le telecomunicazioni ma poi eccole che arrivano, le acque minerali. Nella classifica dei maggiori investitori pubblicitari troviamo proprio loro, con il Gruppo Uliveto/Rocchetta in testa. D’altronde è l’acqua dei campioni della Nazionale ed è quella di Miss Italia. In pratica è il prodotto preferito dei modelli di gran parte del popolo italiano: uomini in calzoncini corti che corrono dietro a un pallone e donne in costume da bagno che aspirano a un posto nel “Grande Fratello” o anche nel governo italiano.
Gli italiani, come è noto, sono i maggiori consumatori di acque minerali al mondo (192 litri all’anno per abitante), non perché abbiamo gravi problemi di rifornimento di acqua potabile ma per ben altri motivi. Per certi versi è come se un marketing molto potente fosse riuscito a vendere ghiaccio agli eschimesi.
La comunicazione pubblicitaria è riuscita a imporre un prodotto sulle tavole degli italiani facendo leva sugli aspetti salutistici e sullo status symbol. In fondo tutti amano fare “bella figura” a tavola con gli amici e se servono almeno 6 euro per un buon vino, con 60 centesimi si ha l’acqua griffata.
Come si fa allora a invertire questo trend? Su “Modus Vivendi” in edicola ho cercato di analizzare questo fenomeno con interviste tra gli altri a Oliviero Toscani, al giornalista Giuseppe Altamore e al professore di marketing Carlo Alberto Pratesi.

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