DAL CIELO RUBANO I COLORI

25 anni fa su “Repubblica” comparve un articolo a firma di Grazia Francescato e Antonio Cianciullo dal significativo titolo
“Dal cielo rubano i colori”.
Un’inchiesta vecchio stile, di quelle di cui si sente oggi tanto il bisogno, su come il cielo possa apparire anche sereno ma non limpido. Colpa dell’inquinamento. Eppure i pittori del Grand Tour venivano in Italia per la bellezza dei paesaggi ma anche per quella luce particolare che li avvolgeva. Goethe scriveva spesso “la giornata era splendida” riferendosi proprio al nitore che registrava nel suo diario e che prima di lui permetteva a Canaletto e agli altri paesaggisti di dipingere le loro opere.
“La differenza di luce tra zone inquinate e zone ancora integre è crescente” spiegava nell’articolo il pittore Manlio Bacosi. “La mia Umbria resiste bene, anche se Perugia è talmente riscaldata che la neve è diventato un ricordo di quand’ ero ragazzo”. Nel mio piccolo ho registrato questo fenomeno in “Diario Umbro” e penso che questa opacità con cui ormai osserviamo i paesaggi sia paradigmatica di un impoverimento generale. Se ci rubano i colori, ci tolgono i tramonti, ci spengono pian piano la capacità di emozionarci di fronte a un bel paesaggio e così la voglia e la tenacia di difenderlo.

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