DAVVERO IMPREVEDIBILE QUESTA TRAGEDIA?

Shpresa Dajla, albanese, 28 anni, residente a Genova. Venerdì scorso ha cercato di portare in salvo le due figlie, Janissa di un anno e Gioia di 8. Non ce l’ha fatta, è stata risucchiata in basso verso le cantine ed è annegata. A trovare Janissa è stato Bernardo, impegnato a scavare nel fango per cercare la moglie e l’ha passata a un altro soccorritore, Flamur Djala, che si è trovato così all’improvviso la bimba in braccio, deceduta 45 minuti dopo in rianimazione. Tutto è successo in un attimo quando i muratori albanesi stavano cercando di salvare la famiglia e di mettere al riparo gli attrezzi di lavoro con cui si guadagnano da vivere. Era davvero impossibile prevedere quello che stava per accadere? I metereologi che ho intervistato hanno detto che si sapeva esattamente la portata dell’alluvione. Gramellini su “La Stampa” ricorda le decisioni assunte ad agosto dal sindaco di New York, che per il passaggio dell’uragano Irene aveva fatto evacuare intere zone della metropoli, infischiandosene delle patenti di catastrofista e menagramo che i soliti superficiali gli avevano subito affibbiato. Gli ambientalisti ricordano, nei pezzi che ho scritto su “Famiglia Cristiana” come, al di là dell’amplificazione dovuta ai cambiamenti climatici, tanto cemento in ogni dove e fiumi tombati non potevano produrre un effetto diverso. E anche questo si sapeva.

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