IL PRIMATO DELLA CULTURA

Qualche giorno fa ero a Palazzo Farnese, a Roma. Entrando nella stanza dell’ambasciatore mi ha colpito che sulla scrivania aveva ben 4 dizionari, forse ce n’era un quinto che non ho riconosciuto. Uno era di italiano e tre di francese, i “Petit Robert”, di cui uno sul francese tecnico-scientifico. Posso assicurare che sono entrato in molte stanze di ministri, giornalisti, scienziati e non ho mai notato una tale presenza di un libro così utile da sfogliare all’occorrenza. E non mi si dica che ormai si trova on line o in versione cd, perché vorrei vedere se poi la gente usa davvero la versione elettronica. Su “La Stampa” Alberto Mattioli racconta invece un episodio accaduto a Parigi alla proiezione di “Noi Credevamo” di Mario Martone: “Mitterand ha spiegato che nell’Italia dell’800 si urlava “Viva Verdi!” perchè Verdi certo se lo meritava, ma anche per gridare quello che gridare non si poteva “Viva Vittorio Emanuele re d’Italia”. Un po’ curioso sentirselo ricordare da un ministro della Cultura francese (loro ne hanno uno), in un momento in cui in Italia, dopo il massacro dei teatri d’opera, presto Verdi sarà solo un nome su una lapide”. Per non peccare di francofilia e per dovere di cronaca devo aggiungere che nel cortile di Palazzo Farnese è stata rimossa una superba statua di Rodin già all’inizio del secolo e sapete perchè? Non perché stonasse con l’architettura cinquecentesca, ma perchè dava fastidio alle limousine che facevano manovra. Insomma, alla Francia il primato della cultura ma quello dell’automobile che strangola la vivibilità spetta a noi come a loro…

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