LA CACCA DI GALLINA E LA CARRYING CAPACITY

Che ci facevo oggi in macchina da Spello a Collepino con i finestrini aperti visto il freddo? Semplice, avevo appena trasportato 150 chili di cacca di gallina (pollina) per concimare il mio uliveto. Ammessa nell’agricoltura biologica, la pollina viene prodotta a Verona, dove si concentra l’industria avicola italiana, e venduta in pacchi con il seguente slogan che ho trovato curioso, visto il prodotto: “La qualità invidiabile di un prodotto irraggiungibile”. Chapeau, signora gallina!
L’odore era inequivocabile ma devo dire che preferisco il fragore del letame, bovino o equino.
Quest’ultimo, dice il fratello di mio nonno, è l’ideale per far crescere le erbe di campo. Ne ho raccolte oggi in quantità nell’uliveto, dai nomi più strani: coticchia, caccia lepre, pimpinellona e tarassaco ovviamente.
50 ulivi, mi dicevano oggi al Consorzio Agrario è il numero giusto per divertirsi ed avere il necessario, oltre diventa impegnativo e non ti diverti più. Ragionavo sulla verità di questa “carrying capacity” applicata all’uliveto ma potrebbe applicarsi a ogni lavoro, anche quello che ci da dà da vivere. Lavorare un po’ da soddisfazione e anche divertimento, oltre si guadagnerà anche molto ma non ci godiamo più la vita. E così coltivare bio costerà un po’ più di fatica e avremo forse una quantità di prodotto minore, ma sicuramente di “qualità invidiabile”, “un prodotto irraggiungibile”!

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