LO ZUCCHERO CHE UCCIDE

I centri commerciali che avanzano stanno erodendo in tutta Italia l’idea di città così come la conosciamo, con il centro storico come luogo identitario e di aggregazione. L’Aquila, a causa del terremoto, è l’esempio più lampante, ma ovunque succede la stessa cosa. A svuotare il centro ci pensano le amministrazioni locali che avendo perso anche l’Ici non sanno come fare cassa e vendono le grandi superfici dismesse alla grande distribuzione. Se chiudono le botteghe in centro però non è il singolo operatore che rimane senza lavoro, ma la città che muore. Dovrebbero capirlo gli illuminati amministratori di centrosinistra e centrodestra che si stanno rendendo complici di questo disastro.
Tre piccoli esempi tra Umbria e Marche. A Urbino sta nascendo una mega Coop a ridosso di uno dei centri storici più belli d’Italia, i lavori sono già avanzati. Appena iniziati a Foligno i lavori nell’area dell’ex zuccherificio. Anche lì Coop, ma anche negozi, uffici e inutili case visto che Foligno ha già oltre il doppio delle case rispetto agli abitanti. A Fano, infine, ancora una volta un’ex zuccherificio è l’area dove sorgerà l’ennesimo centro commerciale.
Come fa a sopravvivere il macellaio in centro che acquista il cappone dal grossista a 8 euro al chilo quando la grande distribuzione lo vende al cliente a 4 euro e mezzo?

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