MANGIAMO CINESE O PIEMONTESE?

Si usa dire che la televisione – che festeggia 60 anni – ha contribuito in maniera determinante all’unificazione linguistica del nostro Paese. Chissà che all’unificazione del gusto non porti invece il successo di Matteo Renzi, o meglio di uno dei suoi main sponsors, Oscar Farinetti e la sua catena Eataly. Qualche sera, ospite di amici romani, mi sono visto servire i ravioli alla borragine di Mondovì, provenienti dal citato negozio. Delicati e ottimi, ma certo prima Mondovì la conosceva fuori regione solo chi ha fatto il militare a Cuneo!
A Milano, invece, in zona Buonarroti, un ristorante che prima serviva solo piatti a base di mozzarella di un caseificio del Lazio mi ha proposto un ottimo coniglio di Carmagnola con salsa di peperoni della stessa cittadina piemontese. Insomma, qualcosa nel gusto sta cambiando, cari gastronauti e amanti del buon mangiare. Era ora che la cucina piemontese venisse conosciuta in tutta Italia e io aspetto il momento in cui mi serviranno al ristorante sotto casa, nella romana Garbatella, la bagnacauda e gli agnolotti al plin. D’altronde non c’è ragione per cui alcuni piatti o prodotti non abbiano trovato la giusta considerazione. Il topinambur, ad esempio, è un tubero arrivato a noi insieme alla patata e io lo trovo delizioso. Perché limitarsi ad usarlo per la bagna? Osiamo di più e buon appetito a tutti.

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