NON NAVIGHIAMO IN BUONE ACQUE

Domenica 22 marzo, alle 9,06 su Radio Uno Rai, nella trasmissione Habitat di Roberto Pippan, verrà trasmessa un’intervista che mi è stata fatta ieri sul libro “Diario Umbro”.
Visto che quel giorno si celebra la giornata internazionale dell’acqua, nell’intervista si parla anche di risorse idriche e di come l’Umbria sia una regione ricca di acque minerali e di acqua potabile di ottima qualità. Nonostante questo gli Umbri – come la stragrande maggioranza degli italiani – consumano ingenti quantità d’acqua minerale in bottiglie di plastica che viaggiano su camion per centinaia di chilometri.
Le conseguenze ambientali in termini di emissioni di CO2 sono evidenti. Perché, mi chiedo nel libro, bere acqua delle Alpi quando la nostra regione vanta ben 18 sorgenti di acqua minerale?
Un altro segnale di scarsa attenzione all’acqua da parte dell’Umbria, viene da una proposta di regolamento predisposta dalla Giunta regionale e approvata questa settimana in Commissione.
Con il pretesto della tutela ambientale non si pongono paletti agli allevamenti di trote o alla pesca, bensì si regolamenta la discesa in canoa, kajak e raft su alcuni corsi d’acqua della Valnerina.
Il rafting, che è uno sport divertente e coinvolgente, ha sicuramente un impatto sull’ecologia dei fiumi, ma non la canoa e il kayak che sono un modo per accostarsi alla natura in punta di piedi.
Queste regole così rigide per un’attività sportiva in forte crescita in Valnerina  sembrano pensate per i pescatori, che non vedono di buon occhio le discese frequenti. Se i cacciatori impedivano già di godere pienamente della natura durante la stagione venatoria ora anche i fiumi non saranno più un’oasi di pace e libertà per i canoisti. Spazio alla pesca sportiva dunque, i pesci saranno contenti, meglio un amo in bocca che una pagaia in acqua!

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