RICORDANDO LA SIGNORA DELLE FORESTE

L’ambientalista keniota Wangari Maathai è morta il 25 settembre a Nairobi. Nel 2005 Wangari Maathai è diventata la prima donna africana a ricevere il Nobel per la Pace.
L’ho incontrata a dicembre 2009, a Copenhagen, in occasione della Cop15, la conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico. Mi ha colpito il suo sorriso e la sua determinazione, la forza con cui esprimeva le sue convinzioni. Non poteva essere diversamente per una donna che è stata la prima dell’Africa orientale a ottenere un dottorato di ricerca. Nel 1977, Maathai ha fondato il Green Belt Movement, un gruppo ambientalista che ha restituito le foreste indigene e assistite le donne rurali pagandole per piantare alberi nelle loro comunità. Da allora ha piantato oltre 30 milioni di alberi in Kenya e quest’esperienza è stata replicata in decine di altri paesi africani.
La grande forza del movimento creato da Maathai è stata la capacità di superare le distinzioni tra l’ambientalismo, il femminismo, la democratizzazione, la difesa dei diritti umani. Maathai ha visto un collegamento diretto tra i problemi come la deforestazione e l’erosione del suolo e la situazione sociale del Kenya. “Sono andata sempre più a fondo e ho visto come questi problemi sian legati alla cattiva gestione della cosa pubblica, alla corruzione, alla dittatura”.

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