SALVIAMO I PLATANI, SPEGNIAMO LA LUCE

A Roma è nata una nuova singolare protesta di chi ha a cuore il verde pubblico. Per protestare contro il previsto abbattimento degli alberi nel quartiere Flaminio, gli abitanti hanno annunciato ieri in una assemblea pubblica che spegneranno le luci per protesta ogni giovedì alle 21 per quindici minuti. La voce corre già veloce sui blog e i social network come Twitter e Facebook.
Ieri infatti eravamo in tanti, almeno 150 persone, giovani e anziani. Per questi ultimi c’era anche una navetta organizzata dai cittadini e dall’attivissima associazione Ananke.
Sotto accusa sono due progetti di box interrati, uno a Viale del Vignola e uno a piazza Gentile da Fabriano, che rischiano di eliminare complessivamente una sessantina di platani centenari.
Nel primo caso verrebbe cancellato anche un pezzo importante di urbanistica perché non si tratta di un semplice viale alberato, ma di una “promenade plantèe” creata a inizio secolo sul modello di analoghe esperienze francesi avviate da Colbert. La doppia fila di alberi è infatti al centro della carreggiata e, fino a qualche decina di anni fa, gli abitanti ci passeggiavano al centro.
A piazza Gentile da Fabriano, secondo i geologi, il maggior problema è di statica degli edifici circostanti, visto che ci troviamo nell’area alluvionale del Tevere.
Tra gli intervenuti ieri anche ambientalisti come Vanessa Ranieri del Wwf e Mirella Belvisi di Italia Nostra, storici dell’architettura, archeologi, urbanisti e forestali.
Per Luca Scarnati, dottore forestale, che ha già eseguito perizie forestali per casi analoghi l’idea di trapiantare i platani è irrealizzabile, così come quella che sopravvivano secondo i progetti presentati. Anziani, giovani e bambini sono scesi in piazza perché hanno già vissuto l’esperienza negativa di altri box interrati nel quartiere, che hanno distrutto il verde e sono stati trasformati anche in cantine non contribuendo quindi in alcun modo a risolvere il problema dei parcheggi.
Se non bastasse spegnere le luci, gli abitanti sono pronti al black out, perché gli alberi non si toccano. E qualcuno già minaccia di occuparli come fece Julia Hill: la ragazza californiana visse due anni sulla cima di una sequoia millenaria, da lei chiamata Luna, per salvarla dall’abbattimento.

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