SOTTO IL SEGNO DELL’ORSO

In queste feste il premio a “Mercante in fiera” l’ho vinto con la carta dell’orso polare che mi ero scelto io. Speriamo che porti fortuna, a me, e all’orso.
Visto che voglio fare un regalo ai lettori del blog, vi invito a leggere le prime pagine di un libro delizioso, “E se covano i lupi”, di Paola Mastrocola, dove si celebra una singolare unione, tra un lupo e un’anatra.
L’altro giorno, infine, ho scritto invece a “Repubblica”, per protestare contro la superficialità con cui vengono tradotti i nomi degli animali:
“Gentile direttore, prendo pinna e penna e le scrivo. Sono un globicefalo, ovvero un cetaceo parente dei delfini, anche se spesso mi prendono per una balena. Vi scrivo perché sono stufo di essere chiamato sui giornali, compreso il vostro, di solito attento agli animali, “balena pilota”.
Sì, in inglese, ci chiamano “pilot whale” ma basta controllare su un’enciclopedia, anche on line, per risalire al nostro vero nome che non è una traduzione pedissequa dall’inglese. A voi piacerebbe se vi storpiassero il nome? Se Padoa Schioppa venisse chiamato “Schiappa” sarebbe contento? E se
Tremonti diventasse Tramonti o Gianni Letta Gianni Latta? Insomma, a noi animali non piace fare errate corrige ma il troppo stroppia, come dite voi. il Globicefalo”.

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