TRA SANTI, LECCI E POETI

Tra santi, lecci e poeti. Il sottotitolo del mio libro “Diario Umbro” diceva così “un anno sul monte Subasio tra santi, lecci e poeti”. E così, Romina e io, possiamo descrivere la bella festa con parenti e amici di domenica scorsa a Collepino. Abbiamo voluto festeggiare il nostro matrimonio, celebrato a Roma il 1 marzo con tre distinti e significativi momenti. Prima la messa all’Eremo di San Sivestro, suggestiva chiesa del secolo XI, immersa in un querceto. Un’atmosfera calda, una partecipazione straordinaria di tutti, seduti sulle panche in cerchio nella chiesa che ha appena qualche icona e qualche residuo di affresco sulla nuda pietra. Il parroco Don Diego è stato fantastico e anche chi è più lontano dalla fede ha partecipato con tutto il cuore. Avevamo due nuovi santi da ricordare, i due Papi che venivano canonizzati quel giorno. E quanto alle poesie, zio Gino, fratello di mio nonno, ne ha letta una commosso, in cui si dice tra l’altro “che la vostra famiglia cresca forte come una quercia”. Un’altra bella poesia, di Gibran, ci è stata donata e la abbiamo appesa al Circolo San Silvestro, dove poi abbiamo pranzato con porchetta e prodotti del Forno Buccili, genuini e molto apprezzati. Prodotti a chilometro zero consumati su piatti e bicchieri di plastica biodegradabile, perché un “eco matrimonio” è anche questo.
Infine, abbiamo piantato un bel leccio nell’area verde di Collepino vicino ai giochi, mentre un un grande melograno che ci è stato donato verrà presto messo a dimora in giardino. Quante simbologie in questi alberi, quanti doni legati alla natura e alla poesia e all’arte abbiamo ricevuto, grazie a tutti!

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