UNA CORTE PER L’AMBIENTE

Esponenti delle istituzioni italiane e dell’Unione europea, economisti, climatologi, rappresentanti delle associazioni ambientaliste e delle principali sigle impegnate nella “green economy”: tutti riuniti in Campidoglio oggi, per un seminario organizzato dall’Icef (International Court of the Environment Foundation) con un solo obiettivo: fare pressione sul nostro Governo perché si faccia portavoce della proposta di creare una Corte Internazionale per l’Ambiente, durante i lavori di Rio+20, la conferenza Onu sullo sviluppo sostenibile in programma a Rio de Janeiro nella seconda metà di giugno.
Modero la tavola rotonda che si svolge nel pomeriggio e credo anch’io che la Corte sarebbe un importante passo in avanti, come spiega il giudice Amedeo Postiglione, direttore dell’Icef in un bel video.
Potrebbe assicurare la reale applicazione delle convenzioni internazionali in materia di ambiente e sarebbe chiamata a esprimersi in caso di danno ambientale, anche qualora fosse uno Stato ad aver cagionato il danno ambientale di rilevanza internazionale, direttamente o indirettamente. Sarebbe composta di giudici indipendenti eletti dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite e per il rispetto delle proprie decisioni potrebbe ricorrere anche al Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Questa proposta, che l’Icef aveva avanzato già durante la Conferenza Onu di Rio de Janeiro del 1992, è stata ripresa, autorevolmente, da Papa Benedetto XVI, nella sua enciclica “Caritas In Veritate”, in cui parla della necessità di una nuova “Autorità mondiale” che si occupi anche delle questioni ambientali. Ottanta Stati hanno mostrato interesse al progetto e il Parlamento europeo ha appoggiato sia l’istituzione di un’Agenzia internazionale dell’ambiente che quella della Corte internazionale dell’ambiente, con una recente risoluzione.

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