VIDAL E LA PIVANO, LO SCRITTORE E LA TRADUTTRICE

La scomparsa di Gore Vidal è stata salutata dalla stampa come la perdita di un mostro sacro della letteratura. Confesso subito che a me non piaceva anche se ho avuto il piacere di intervistarlo 14 anni fa per le pagine culturali de “L’Unità” sulle quali scrivevo.
Collaboravo già da 3 anni con le pagine scientifico-ambientali e mi ero da poco “espanso” alla cultura anche se il tempo per scrivere era poco, visto che stavo terminando ancora l’università ed ero consigliere circoscrizionale a Roma per i Verdi.
Mi chiamarono proprio mentre ero in Consiglio, chiedendomi di partire l’indomani per Positano. Avrei partecipato ai festeggiamenti per gli 80 anni di Fernanda Pivano e lì avrei incontrato Gore Vidal per l’intervista: lo scrittore americano, infatti, era di casa a Ravello, alla villa “La Rondinaia” e avrebbe fatto parte della compagnia. All’epoca non c’era Internet, almeno non così come oggi, e dall’archivio del giornale mi tirarono fuori articoli su articoli su Vidal che mi lessi in treno e in hotel prima di incontrarlo. L’intervista non mi convinse, non ne ho un gran ricordo; dissi allo scrittore che leggevo la traduzione italiana di una rivista letteraria americana e lui mi invitò a leggere piuttosto l’originale. Diffidava dei traduttori e noi eravamo lì, in un bellissimo hotel a picco sul mare, con l’ascensore scavato praticamente nella scogliera, proprio per festeggiare una traduttrice!
Fernanda Pivano, la “Nanda” invece mi colpì profondamente, con la sua cultura e umanità, tanto che tornai a casa con 3 pezzi, ovvero anche una cronaca della festa e l’intervista a un amico della scrittrice e traduttrice, di professione psicoteraupeta. Tornai a trovare Nanda nella sua casa romana – all’epoca passava sei mesi a Roma e sei a Milano – e mi regalò un libro con la dedica “A Gabriele, che scrive sul giornale più bello”. Nel frattempo anche lei ci ha lasciato e anche “L’Unità” non è più quella veltroniana. Io faccio sempre con soddisfazione questo lavoro e la notizia della morte di Vidal mi arriva in una giornata estiva calda come quella di 14 anni fa, mentre sono a Ventotene a fare lezioni di giornalismo ambientale agli adolescenti. Le onde del mare si infrangono qui sotto su Cala Battaglia e, oltre allo sciabordio, si sente solo il verso dei rondoni che volano veloci come frecce nere alti in cielo. Buon vento Vidal!

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