EDEN O SON DESTO?

Un tappeto di ovatta bianca che copre il fiume sui cui pagaiamo dolcemente. E’ la lanugine dei pioppi che cade in questa stagione e crea un manto magico. Ancora il bianco delle garzette che si alzano in volo al passaggio delle nostre canoe contribuisce a creare quest’atmosfera, un cormorano che usa il Tevere come pista di decollo, una poiana che sorvola la campagna umbra, siamo a pochi chilometri da Todi. Anche quest’anno ho voluto fare una tappa della Discesa internazionale del Tevere in canoa e questo tratto di fiume è uno dei più belli, con le gole del lago di Corbara che si aprono all’improvviso. O meglio non proprio inaspettate, dopo oltre 20 chilometri di pagaiata, a tratti faticosa, con vento contro e pioggia battente. E squarci di sole. Un po’ come la vita. Così come il fiume idillico è a tratti inquinato visibilmente come si vede dalle bollicine bianche o dai rifiuti. Uno scheletro di televisore aggrappato al ramo di un salice faceva capolino a un certo punto. E oltre ai rapaci alzando lo sguardo al cielo si è visto anche un aereo militare, a ricordarci la guerra in Libia a pochi passi dal nostro eden.

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