LA LEPRE UBRIACA

La lepre che ho incontrato ieri notte, qualche tornante sotto casa, sembrava la protagonista de “L’Anno della lepre”, l’esilarante romanzo del finlandese Arto Paasilinna. Anche questa stava sul ciglio della strada come se stesse sfacciatamente chiedendo un passaggio, correva davanti alla macchina, si bloccava senza però far cenno a scappar via. Incontrarla mi ha fatto ricordare che era un po’ che non camminavo in montagna e così questa mattina quando il sole è entrato prepotentemente nella stanza mi sono infilato gli scarponi e sono partito alla volta di Gabbiano Vecchio, un paese abbandonato poco lontano, immerso nei boschi del Subasio.
Il laghetto all’inizio del sentiero era ghiacciato e l’ho bucato con le bacchette per eventuali animali che volessero abbeverarsi. Nella prima parte del sentiero, innevato, si notavano le tracce di due moto da cross, nonostante non potessero passare di lì. Il volo di uno sparviere mi ha ricordato che stavo sbagliando sentiero e dovevo girare. Sono entrato poi in quello che chiamerei “il bosco dei cinghiali ordinati”, perché accanto al normale grufolamento-aratura del terreno da loro prodotto c’erano delle buchette tonde precise. Poi, vedendo il cartello “raccolta di tartufi riservata” ho capito, le buche erano state prodotte dai cani da tartufo di raccoglitori abusivi. Ho proseguito allora il mio giro e il dubbio mi è venuto alla vista del cartello “Via francigena di S. Francesco”, chissà se S. Benedetto, mia destinazione finale era su quella strada?
C’è grande dibattito in Umbria sui due santi che qualcuno vorrebbe inserire come riferimento nello statuto regionale. Ce ne sarà bisogno? Non basta che siano già uno patrono d’Italia e l’altro d’Europa? Silvio B. saprebbe come risolvere la disputa, inserendo nella Carta costituzionale un riferimento a lui, non è il più perseguitato di tutti i tempi, da 2000 anni a questa parte? E se non lo fanno presidente della Repubblica sarà sicuramente un complotto e brigherà per diventare santo, possibilmente ante mortem. Oltre ad Arcore dove ha già realizzato un mausoleo per le sue spoglie, ha già pronto un progetto di santuario. Poiché S. Stefano Rotondo è occupato da un altro santo ha pensato a…Portorotondo!

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