LA LIBERTA’ DI STAMPA E IL TAXI DI CHERNOBYL

Oggi è la giornata mondiale per la libertà di stampa. Capita quest’anno in un momento storico in cui in diverse parti del mondo soffiano venti di libertà contro la dittatura e ci rendiamo conto di quanto preziosa è questa libertà che noi, malgrado tutto, diamo per scontata in Europa.
Il disastro di Fukushima ci ha fatto vedere poi, ancora una volta, come sia difficile anche in un avanzato Paese occidentale, avere un’informazione pubblica trasparente in questi casi.
Non siamo al livello di Chernobyl, ma anche in questo caso si è taciuto, negato, distorto, manipolato. L’informazione è un bene pubblico, un bene comune, un po’ come l’acqua per la quale andremo al referendum il 12 giugno. In questa giornata particolare mi piace ricordare un taxista di Chernobyl che il 27 aprile 1986 era di turno e ascoltava la radio. Ha avuto la fortuna di sintonizzarsi su Voice of America e apprendere del disastro. Avvicinandosi al parcheggio vide la polizia che fermava i taxisti per impiegarli nel trasporto della gente. Scappò a casa e mandò la famiglia al sicuro in Crimea, mentre lui si nascose per settimane. I suoi colleghi che fecero la spola tra Pripjat e  la stazione di smistamento sono poi tutti morti.

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