LA MEMORIA DELLE VITTIME DEL TERRORISMO

“Mamma cosa ci fanno questi elicotteri sopra casa?” chiedevo a mia madre 33 anni fa, mentre mi accompagnava a scuola. “Stanno cercando chi ha rapito il presidente”. E non capivo poi perchè dovessero cercarlo fermando le macchine, anche la nostra 500 bianca, un giorno sì e un giorno no. “Ma chi è stato a rapirlo, sono stati i cattivi?”. Così ricordo i giorni del rapimento di Aldo Moro a Roma. Oggi è la giornata in cui si ricordano le vittime del terrorismo ed è stata scelta questa data perchè proprio il 9 maggio 1978 assassinarono Moro.
A me viene in mente anche Vittorio Bachelet (assassinato dalla Brigate Rosse due anni dopo) perché quando ero studente universitario ho conosciuto il figlio, Giovanni, un cattolico che ispirava molta fiducia e che l’Ulivo candidò alla Camera in un collegio saldamente in mano alla destra, dove non aveva alcuna possibilità di essere eletto. Ricordo di aver sostenuto con entusiasmo la sua campagna elettorale, bella, colorata e disperata. Sono passati diversi anni e forse ci sarebbe bisogno di recuperare quelle energie, quelle testimonianze e quelle speranze per costruire un futuro diverso per il nostro Paese. Due giorni dopo se ne celebrano i funerali nella chiesa di San Roberto Bellarmino di Roma. Al funerale del padre, Giovanni aveva venticinque anni, e nella preghiera dei fedeli disse:
“Preghiamo per i nostri governanti: per il nostro presidente Sandro Pertini, per Francesco Cossiga. Preghiamo per tutti i giudici, per tutti i poliziotti, i carabinieri, gli agenti di custodia, per quanti oggi nelle diverse responsabilità, nella società, nel Parlamento, nelle strade continuano in prima fila la battaglia per la democrazia con coraggio e amore. Vogliamo pregare anche per quelli che hanno colpito il mio papà perché, senza nulla togliere alla giustizia che deve trionfare, sulle nostre bocche ci sia sempre il perdono e mai la vendetta, sempre la vita e mai la richiesta della morte degli altri.”

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