LIBRERIE DA SALVARE

Sono o non sono degli eroi i librai dei piccoli centri che cercano di animare un territorio, organizzare degli incontri, delle presentazioni per la cittadinanza o per i ragazzi delle scuole? Quanti ne conosco, librai o più spesso libraie. Ne ho incontrata una oggi di una edicola-cartoleria-libreria di una frazione di una cittadina umbra che dovrà chiudere perché le tenaglie del fisco stanno aggredendo anche loro. Si fa cassa e austerity alle spalle di chi ha meno. Essendo madre di due figli, Francesca (nome di fantasia) si assenta dal posto di lavoro la mattina presto per accompagnarli a scuola e quando la scuola finisce. Il padre la sostituisce, è una forma di collaborazione familiare, non è che percepisca uno stipendio. Al fisco però non interessa e in caso di controlli, oltre a una multa di 12.500 euro, la nostra edicolante sarebbe costretta a corrispondere al padre tutti i contributi dall’apertura dell’attività ad oggi. Dati gli scarsi introiti, mettere in regola il papà è fuori discussione e così questo presidio culturale del territorio viene costretto a chiudere.
Dal 1 settembre avremo una disoccupata in più e tanti lettori di giornali e riviste in meno. Vi pare giusto?

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