NIGER, IL PAESE DEL NUCLEARE ITALIANO

Sul portale di Famiglia Cristiana, è uscito oggi un mio dossier di tre pezzi sul nucleare, questo che vi propongo è il primo, ma andate a leggere sul sito il terzo in cui si parla in dettaglio di Areva, la società che dovrebbe riportare il nucleare in Italia.

Per capire quanto costa il nucleare in termini ambientali e di salute pubblica bisogna fare un viaggio in Niger. Qui, secondo un rapporto di Greenpeace, l’estrazione di uranio dalle miniere sta mettendo in serio pericolo la popolazione. I livelli di radioattività nelle strade di Akokan sono 500 volte superiori alla norma. Greenpeace ha realizzato un monitoraggio della radioattività di acqua, aria e terra intorno alle cittadine di Arlit and Akokan, in collaborazione con il laboratorio francese indipendente CRIIRAD e la rete di Ong Rotab.
Ci troviamo a pochi chilometri da due miniere di Areva, la compagnia nucleare francese che dovrebbe avviare la “rinascita nucleare” in Italia. Già dal 2003 erano emersi indizi di contaminazione ad Akokan e nel 2007 si sono riscontrati livelli di radioattività fino a cento volte oltre il livello di fondo. Nel 2008 Areva aveva affermato di aver bonificato la zona, sotto il controllo delle autorità locali, ma purtroppo non è così. “Ad Akokan sono stati rilevati livelli di contaminazione fino a cinquecento volte oltre il livello di fondo, anche negli stessi punti che Areva sosteneva di aver bonificato” denuncia Alessandro Giannì, direttore delle campagne di Greenpeace.
La metà dell’uranio di Areva proviene da queste due miniere del Niger, paese che rimane poverissimo nonostante da oltre quarant’anni sia il terzo produttore di uranio al mondo. La multinazionale francese ha firmato un accordo per iniziare a scavare una terza miniera tra il 2013 e il 2014.

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