LA BELLEZZA (E IL CEMENTO CHE AVANZA)

Uscire da Assisi per Porta Mojano, una di quelle della seconda cerchia muraria, passando accanto a Santa Chiara, nella luce tenera dell’alba è un’esperienza nuova. La città è deserta, il caos arriverà più tardi.
Superiamo le suore brigidine e scendiamo per una strada di campagna in mezzo agli ulivi (che fatica, ora, la potatura!) quando siamo rapiti dalla bellezza di quanto vediamo. A destra una casa medioevale è costruita, come innestata, sopra una tomba romana ben riconoscibile. A sinistra invece vediamo una casetta bassa, con un pergolato di glicini e due finestrelle dalle imposte verdi. C’è una corte, un annesso, un altra casetta, un ciliegio in fiore…un insieme armonico e semplice.
Semplice e povero. Una volta erano le scuole elementari, ci dicono, ma una volta, diverse generazioni fa. “Anche con poco c’era un gusto del bello nel costruire che oggi si è perso” commentiamo.
Proprio lì vicino ecco San Masseo. La Comunità di Bose (quella di Enzo Bianchi) si è insediata da poco qui e non poteva scegliere posto
migliore. La chiesa antica sta annidata nel verde alle falde da Assisi, lontano dal turistame di sopra e da Santa Maria degli Angeli,
dove la Basilica è purtroppo sempre più assediata dal cemento. Tante nuove cubature, un mare di costruzioni, a pochi passi da questo luogo sacro francescano, profanato come non mai. Unica nota positiva, la completata ristrutturazione di un edificio dell’ex Montedison, accanto al Teatro Lyrick e suo gemello, disegnato dal Nervi (lo stesso che a Roma ha fatto l’Aula Paolo VI, il Palazzetto dello Sport e lo Stadio Flaminio), che ospiterà eventi culturali.

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